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dirti che, siccome Ninì è più calma e più fredda di te, e vede le cose senza velo e giudica rettamente, così dessi retta ai suoi consigli, i quali poi, guarita che fossi, troveresti anche tu sani ed imparziali, e giustissimi; e non credere ch’io non ti compastica assai, Marianna mia. Oh, non so far rimprovero ad alcuno di seguire i movimenti del proprio cuore, particolarmente poi nello stato nostro (il quale, lo dico solo all’orecchio tuo, è il più ridicolo stato che vi sia al mondo), e capisco bene quanto sia difficile a te più che a chiunque altro il guarire e il preservarsi ancora da simili mali. Sto aspettando con impazienza il tuo lavoro portoghese (mi pare); lavora sempre e non stare in ozio, fa di non lasciarti sedurre dalle bellezze di Campiglio per non andare a rever al lume di luna, cosa ch’io ti farei proibire dal confessore, come perniciosissimo all’anima tua. Raccomando pertanto a Ninì di non lasciarti mai sola a spasso per quei beati luoghi, essa pure sarà, credo, del mio parere. Baciala tanto per me, e dille che ami sempre la mia Marianna, come degnissima di tutto l’amor suo. L’opera di Sinigaglia ha fatto fiasco; già non son più i cantanti promessi. La nostra Cleofe saluta ed abbraccia affettuosamente le due sorelle Brighenti, e fa i suoi doveri coi genitori. Essa vede accostarsi lietamente il giorno del suo parto, così Iddio si degni accordarglielo felice! Nel mese futuro crediamo ch’ei debba succedere, io vi penso sempre con dolore, non reggendomi il cuore di veder penare quella cara creatura. Raccomando alle mie amiche di voler dire ogni giorno un’Ave per essa. Auguro a Brighenti un esito felice ai


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