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dare alla luce, e ci par quasi di averla tra noi, tanto già le vogliamo bene. Così Iddio le accordi un parto felice, al quale io non posso pensare senza pianto, riflettendo quello che Dio disse alla prima nostra genitrice. Va bene che Nini si consoli della perdita del Menestrello1; egli non era degno di lei, e ciò le mostri quanto è triste la condizione nostra, che ci espone a soffrire, solamente a soffrire. Pare ch’essa se ne consoli con Petrarca, ma chi consolerà la mia Marianna, la quale ora sta sotto l’impero dell’illusione e della speranza? dico speranza di non essersi ingannata nella conoscenza di quegli che ha saputo inspirarle tanto amore.
Ma ricordati, Marianna mia, quanti falsi giudizi hai fatto di tanti ai quali la tua viva immaginazione, il tuo cuore sensibilissimo avean fatto dono di brillanti e care qualità che essi non avevano punto, ricordati dei castelli che hai fatto nella Spagna, e poi sta in guardia più che puoi, e Nini ti consoli e ti consigli, essa che ha la mente fredda e il cuore pieno di amore per te. Oh! Non fidarti degli uomini, Marianna mia, non è questo, tempo per anime come le nostre. Divagati, fa ritratti (ma non già il suo) allontana il pensiero di lui quanto puoi, e parti presto da Forli; io
voglio saperti consolata e désillusionnée. E poi aspettami a sentire Donzelli; non è vero ch’io vengo? Non è vero, come dici, che il viaggiare.
- ↑ Probabilmente è il poeta Antonio Peretti, che era stato amante di Annetta, e che così soleva firmarsi nelle sue lettere amorose.