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Brighenti faccia male ad assentarsi per tanti giorni col pericolo di venire rimpiazzato da un altro papà, non dico di lui più diletto, ma diletto con altra dilezione; e questo è quello che mamà mia chiama sempre metter la stoppa vicino al fuoeo. Povero papà! Sicchè quando giungerai al dì 27 di questo mese, e si accosterà l’ora dell’aprés dîner penserai: Ora la mia Paolina sta immersa in un mare di ricevimenti, ch’io pure chiamerei mar di noia, chè quello sarà il giorno in cui accoglieremo la sposa di mio fratello. Blessées come siamo noi a quest’ora, puoi ben immaginarti ch’io faccia voti acciò passino presto quei giorni in cui sarò condannata a vedere gente ed a sorridere, chè fra tanti che vedrò non vi è certo nessuna persona amata (nessun papà), nè mi curo più che vi sia. Questo matrimonio non è brillante per nessun conto; papà mio si è messo in tanta apprensione della cattiveria e delle esigenze donnesche, che ha studiato sommamente di evitare tutte le possibili chances di malcontento domestico, ed è andato a togliere dal Conservatorio di Ancona una giovine, di cognome illustre ma che non si era mai sognata di portare il nostro nome. Dicono che sia giovine di talento, ma già la sua educazione è mancata, come quella che è stata educata in un povero luogo; dico povero per mancanza di abili institutrici. E quando io vado sognando in piedi, penso al delirio di gioia che proverei se in mia cognata abbracciassi una, conosciuta da me ed amata come le mia Brighenti. Certo, allora non passerei le notti dormendo come faccio ora. Sicchè in quei giorni pensa sovente alla tua amica, ed essa tro-