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LXXIII.

A MARIANNA BRIGHENTI

a Pavia

9 settembre (1838)

               Marianna mia,

Veramente mi par cosa curiosa il venir da te in questo momento, in cui sei in mezzo al tumulto dei divertimenti, in mezzo a feste continuate e vivacissime. Ma è detto che la mia amicizia e le mie lettere ti seguiranno ovunque volgerai i passi; a meno che non li rivolgessi all’altro mondo, come mi hai tante volte minacciata ed ove ti verrei dietro, ma di rado. Ecco dunque che ti fai sentire di nuovo in Italia, ecco dunque che riceverai grandi applausi in una lingua nella quale è gran tempo che non li hai più sentiti. Vicenza sarà ben lieta di riceverti, essa che già ti conobbe e ti ammirò e fece plauso grande. Poi ti divertirai in quest’epoca di feste coll’insolito lusso di principi che vedrai, e coi loro corteggi ed i loro seguiti; questa pure è cosa ch’io t’invidio, io che non veggo nulla, e che, inosservata vorrei pur vedere quello che vedi tu, e sentirti, oh, si, sentirti una volta dopo tanto desiderio di te. Ma la vita passa in desiderii inutili ed in speranze variissime, se pure vi è più forza di sperare o bramare. Fra questi desiderii vi sarebbe ancora di vedere