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Se lo scriverci ti è grato, se lo sfogarti con noi ti solleva, scrivici: ecco le tue parole: ora vedi se ho fede in te, se ho fede in voi, miei cari amici, i quali vorrei pure una volta sapere in Italia, e allora, oh allora, se il caso vi porta da queste parti, non in sogno solamente potrò abbracciarvi, e dirvi più che nol può questa fredda carta quanto mai mi siete cari, quanto mai questo ardente mio cuore vi ama.


E se Nina si lamenta di me, e mi chiama cattiva perchè non le dico parola, io dico ch’è cattiva essa e non io, perchè la sua lettera mi recò consolazione grande, perchè io bacio lei assieme con te, o mia diletta, perchè vi stringo tutti al mio seno con tenerezza ineffabile.

Se non ti dicessi parola degli affari tuoi, forse ti sembrerebbe ch’io non pensassi a te, o non mi stessero a cuore. Ma vieni in Italia, o mia cara, vieni tra noi! non vedi che quel clima ardente ti fa male? Io sto in pena per te, per papà, oh vieni, fa che la pazienza ti scappi. Già da un pezzo è scappata a noi che non vediamo mai la fine di cotesta interminabile guerra. Povera Spagna, com’è crudelmente straziata! Tu racconti le cose come le contano i fogli, ma io sono stufa, e lo sarei anche più, se i miei amici non fossero costi, di leggere quelle date di guerra civile. A Dios, mi querida, yo te abrazo con mucha aficion.