Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
190 |
l’orrido pensiero ci tormentava e ci toglieva la pace — eppure non è morto di cholera, ma d’idropisia di petto «Iddio ha conceduto a tanto mio affetto; dice Ranieri, a tante mie lagrime, a tanta santità di amicizia, il ritrovare un modo di salvarne il corpo di quel grande uomo dall’esser confuso con tutti i morti di cholera e portato nel Campo Santo. Ma vincendo mille pericoli e mille ostacoli è stato portato nella chiesa di S. Vitale di là della Grotta di Pozzuoli, non lungi dai sepolcri di Virgiglio e di Sannazzaro ». Ma chi ci ridarà la pace, Marianna mia, chi potrà guarire questa piaga orribile poveri noi! ogni riso è finito, non vi è più giocondità, non allegria, la mano del Signore si è aggravata sopra di noi e noi non possiamo morire!
Perdonami, o mia diletta, tanto dolore, tanta desolazione, perdona alla tua amica se da lungo tempo non ti ha scritto ma era tanto afflitta e malinconica che non voleva affliggere anche te coi suoi lamenti ed ora son venuta a piangere teco, a confondere le nostre lagrime, a chiederti preghiere e suffragi per quella cara anima cui speriamo tutti di rivedere un giorno in luogo ove non saranno più pianti, ma consolazione eterna. Dammi nuove di te, dei cari tuoi, dei tuoi affari, ah perchè sei così lontana! che pensiero desolante è anche questo per me! Se tu fossi ora a Bologna conosceresti a momenti un mio fratello, l’unico che abbiamo in casa,1 che va un poco a divertirsi, o per dir meglio a divagarsi, andrà a portare
- ↑ Pier Francesco. Monaldo s’indusse a lasciarlo