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nostra casa succedevano scene di lutto, di desolazione ineffabile per una terribile disgrazia da cui venivamo minacciati, e dalla quale la misericordia infinita di Dio ci ha poi liberati — allora si empi il paese di tal notizia, e tutti rifuggivano dal darcela, anche chi era espressamente incaricato: finalmente il povero papà se la lesse egli stesso giuntagli per la posta. Oh piangiamo insieme, amici miei, piangiamo insieme, che abbiamo perduto tutti il nostro fratello, il nostro amico; nè lo rivedremo più in questo mondo dopo tanta speranza, dopo tanto desiderio. Io ne metteva da parte da lungo tempo tante cose a dirgli, tante altre da dimandargli, io che pensava sempre a quel primo momento in cui lo avrei riveduto, e alla dolcissima emozione che ne avrei provata, io che son rimasta quasi sola, perchè quella era l’unica mia compagnia ch’io avessi ad ogni ora, ad ogni istante — ah soltanto Iddio può vedere la misura della desolazione in cui sono, ed egli solo può consolarla richiamandomi a lui, ove anelo incessantemente.

Ed il povero Ranieri, oh se lo sentiste! Iddio voglia conservarlo in mezzo a tanta strage che il cholera fa a Napoli; ma noi tremiamo che soccomba a tanto suo dolore e a tanta fierezza di male.

Già ha promesso di scriverci, e non scrive, ah, poveri noi! La notte del 15 Giugno « quell’angelo, il quale Iddio ha chiamato alla sua eterna pace, ha fatto la più dolce, la più santa, la più serena e tranquilla morte» così scrive Ranieri. Dacchè si è parlato di cholera a Napoli noi non abbiamo avuto più calma, e sempre quel-