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faccia strage grande. Quest’anno il governo austriaco non permette che le gazzette ne parlino, e le gazzette tacciono; ma da lettere particolari si sa che nell’alta Italia infierisce; p. e. scrive Coloredo da Udine che colà è un lutto grande, e così è a Brescia ecc. Anche a Milano vi è cholera e noi abbiamo i giornaletti di mode senza alcun segno di fumigazione, così lasciano ognuno alla Provvidenza divina. Quando tornerai in Italia chi sa se la tua Paolina sarà più viva: ma se n’è dato nell’altra vita di pensare con amore a quelle persone che abbiamo amato in questa, oh sii certa che tu sarai sempre la mia diletta.
Come vedi questa lettera non è troppo lieta, eppure la tua mi ha fatto tanto bene! Oh quanto volentieri piangerei sul tuo seno, o Marianna mia! piangerei la mia vita inutile, piangerei i miei pensieri, i miei vani banchè innocenti desideri!.... Ti rallegrerai dunque se non mi troverai più in Italia, chè avrò finito allora di desiderare, e prega allora per me acciò la terra mi sia leggiera come dicono i poeti, o piuttosto perchè Iddio mi accolga nel beato suo seno.
Tu sarai già annoiata di me, io lo credo bene; ma non lo sono però io di discorrer teco. E tanto tempo che non ti ho detto più io ti amo, è tanto tempo che sospirava di dirtelo, a te e a ognuno dei tuoi!
Oh perdonami se ti ho annoiata, chè non lo farò più.
Ninetta piange la patria, o gli amici lasciati in patria? Baciami questa cara ragazza, e non me la lasciare in Portogallo, per carità! Addio,