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vedere il regalo preparato per quella briccona...... solo, in tanta distanza, non potei capire certi versi, parto di una giovine musa (il di cui muso bacio e ribacio) ma spero che me li mostrerai.

E tocca a to Ninetta mia il mostrarmeli; già son sicura che non ti farai rossa come non ti facesti rossa all’udirli, al ricevere il bel regalino che ti fu fatto, e al vedere quello che rappresentava. Mirabile dictu! Nina non arrossì, ma se lo pose subito, e la sera il povero signor Gaetanino glie lo vide portare e ne rise esternamente, ma di dentro fremeva. Povera Nina, mi vuoi bene? dimmelo presto altrimenti m’inquieto assai assai.

Addio.

Poi, Marianna mia, ti ringrazio dell’amor tuo, il quale ha voluto confortarmi nel dolore che provo. Oh vicino a te molti dolori mi verrebbero scemati e molte lagrime asciugate, ma io son avvezza tanto poco a parlare, che quando avviene talvolta che parli un poco, la gola mi avvisa che ho parlato troppo, chè tosto mi si riscalda, e prima non era così....

Ma com’è possibile ch’io ti abbia finora parlato di tutt’altro che di quel dolore che mi sta fitto in cuore? Oh miei cari, non andate a Genova! Non so se Iddio vorrà permettere che noi siam liberi da quest’orribile flagello che ne minaccia; ma quell’andargli incontro è cosa che mi fa raccapricciare. Certo, quest’anno è stato cattivo per te, e prometteva di essere tanto buono, ed io fui tanto lieta quando ti sentii fermata per Genova, poi non ti so descrivere il dolore che provai, il brivido che mi scorse per le vene quando