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Però, anche quando ella levava quelle amare, ma giustissime proteste contro chi la rendeva infelice, non sospettò giammai, come talvolta aveva sospettato il fratello, del cuore paterno. Paolina amò il padre ardentemente in vita, e lo pianse, morto, con lagrime di dolor vero. E veramente Monaldo era in fondo d’animo buono, amò i suoi figli d’un affetto profondo; il suo peccato furono i molti pregiudizi strani, ai quali, con una cocciutagine piuttosto unica che rara, volle conformare ogni sua azione. Ebbe una fiducia eccessiva nella sicurezza el suo pensare: confessava, senza reticenze, egli stesso che gli pareva sragionasse chiunque non la pensava come lui. Con tutto ciò fu debolissimo verso la moglie, donna più di testa che di cuore e ossequente a massime stranamente rigorose di perfezione cristiana. I rapporti di lui coll’Antici sono mirabilmente descritti dalle parole di Paolina: « Si dette il caso, quand’io era piccina, piccina, anche forse quando non ero nemmeno nata, che la gonna di mia madre, s’intrecciò fra le gambe di mio padre, non so come. Ebbene, non è stato più possibile ch’egli abbia potuto distrigarsene. Se non era questo fatto, noi ottene- ་