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LIII

A MARIANNA BRIGHENTI

a Novara

7 novembre (1834)

               Marianna mia,

Se tutte le volte che mi vengono le tue lettere io ringrazio il cielo che mi ha dato il conforto dell’amor tuo, figurati s’io debba averlo fatto, e di cuore, quando mi giunse l’ultima tua di Bologna. Certo non feci allora come al ricevere l’antecedente, quella in cui mi aprivi gli occhi; perchè, leggendo le prime parole, e giunta a quelle che dicevano: a malincuore ti scrivo, chiusi la lettera e me la posi nel taschino del grembiule, e me ne andava cercando distrazioni e divagamenti per vedere di togliermi quelle tue parole di mente e prolungare un altro poco quell’illusione e quella speranza che mi accompagnavano da tre mesi in poi. Ma tu avevi ragione, o mia cara, ed io ringrazio il papà tuo ch’ebbe il coraggio, e volle inspirarlo anche a te di dirmi tutta la verità. E se dopo il sole mi sembrava meno brillante, il cielo meno puro, cosa importa? era una cosa che dovea finir cost! Quello che non finirà si è l’amor mio, la mia vivissima tenerezza per tutti voi, o miei cari. Inestimabile conforto è per me la sicurezza di essere amata da si eccellenti persone, e