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Mi fa gran pena la sorte del nostro amico1 essa è molto severa: ma di giudizio egli ne ha avuto poco.

Chi sa quando mi scriverai nuovamente! se da costi, o da Livorno? vedi ch’io non son poi tanto pigra quanto tu dici, e, sebbene gli occhi miei stentino a stare aperti per il troppo pianto, pure ho scritto fin qui, strofinandomeli sempre e pregandoli a sopportare la luce un’altro poco.

Intanto io ti saluto, e ti bacio col più vivo del cuore, o cara anima, e ti prego ad accarezzare per me la Nina, e a salutarmi caramente il papà, mentre sono sempre tutta tua.


LII

AD ANNA BRIGHENTI

a Bologna

24 ottobre (1834)

               Cara Nina,

Hai fatto bene a scrivermi e a togliermi di pena dopo il terremoto del 4 corrente, ed io te ne ringrazio assai, chè i miei pensieri andavano al di là della realtà, e mi tenevano grandemente agitata per vor, mie care anime. Vorrei credere che a quest’ora foste tutti tranquilli costi, nè aveste più a temere da quella



  1. Forse il Giordani.