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XLIX.
AD ANNA BRIGHENTI
Ad Bologna
2 Maggio (1834)
Nina mia,
Forse sei inquieta con me? Forse credi di aver ragione? O credi di avere tutta quella che aveva io quando mi lagnava di te? Ma sappi che se è un mese ch’io ho avuto la lettera tua, e se è un mese che non ho risposto, ho avuto sempre però una spina al cuore, e tutto mi rimproverava questa mancanza proveniente da moltissime faccende e occupazioni che non mi lasciano vuoto un momento di tempo.... Ho sentito la cara tua voce, Nina mia, e mi ha rallegrata tutta, e mi ha fatto quella grata sensazione che mi produce l’udire quella dell’usignuolo e del passero solitario suoi compagni, ch’io sento ora tanto sovente e con gioia infinita.
Egual piacere mi fecero i dettagli sulle buone fortune della diletta mia amica, alle quali ora è tanto avvezza che non le dovrebbero più recar sorpresa, ancorchè si dimenticasse di averle sempre meritate per la sua bravura ed invidiabile condotta. E certo voi altri le dovete molto, quando le dovete quella vita di emozioni e di entusiasmo che vi fa vivere di continuo. Abbracciala per me