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vedere i tuoi caratteri, essi mi consolano ancora vedendo che tu puoi respirare almeno per un momento.

Oh certo vi è della crudeltà nel mandarti quattro lettere per volta, ma pure è anche un piacere, non è vero? Ciò mostra che si è amata, ancorchè non si ami colui che scrive, non importa, si fa finta di amarlo, e gli si risponde lusingandolo, poi chi sa?... Da Pisa si passa in Inghilterra, dall’Inghilterra a Roma, da Roma e Cremona, e poi... Dio sa come andrà a finire la faccenda.

Nina mia, io ti voglio molto bene, perchè sei una cara ragazza; ma non posso sentire le tue promesse di scrivermi una qualunque cosa a lungo, come hai fatto nell’ultima tua; no, non lo posso sentire, chè già so che non mantieni la parola. E poi quando tra una lettera e l’altra vi corrono dei mesi, tutto è finito, non ti ricordi più di nulla. Ma se mi vuoi bene, fammi presto quel racconto che mi hai promesso, ed allora farò pace con te, con te che sei tanto dissipata.

Ti ringrazio delle nuove dell’opera, e me ne rallegro con voi, ragazze mie. Nel Corriere delle dame, si è parlato di Cremona, e degli attori non si lodano che i due principali, la Brighenti e Cosselli. Non v’ha dubbio che avrete già veduto quel giornaletto, se no vi copierei quel che dice della mia amica, la quale io bacio con la più grande tenerezza e col più grande amore.

Ti vorrei dire che fai bene (quando puoi) a riderti delle cose di questo infame mondo, a....... ma non posso più scrivere una parola. La penna mi fa arrabbiare, il sonno mi ammazza. I perso-