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con due salti ti potevo vedere, e ahime! non ti vidi. E mi rallegra il pensiero che hai fatto il viaggio con cuore quieto, come mi dici: e se è vero, ti devi essere divertita assai, ed avrai veduto molte belle cose, le quali se io te le invidio, immaginalo da te stessa. Spero che mi farai presto far conoscenza con Cremona, ma sopratutto spero che i suoi abitanti si faranno amare da te, e che tu ti farai amare dai suoi abitanti. Parlami dei tuoi compagni; la Cesari la conosco da un pezzo, cioè da Siena in qua. Se sapessi quanto interesse io prendo a questa sorta di artisti, e come tengo bene a mente i loro nomi ora che sono in relazione con una brava cantante, quando prima, leggendo i giornaletti e i dettagli dei teatri, non potevo pure ricordare giammai la distinzione delle loro voci ecc., anche da ciò comprenderesti quanto bene io voglia a quella giovine.

Sono pochi giorni, mi fu fatto il tuo elogio da un signore di Fermo con parole tali che mi cagionarono una commozione dolcissima, e puoi credere se anch’io feci coro alle lodi che ti si davano. Mi parlò dei teatri che in seguito hai fatto con tanto onore, mi parlò della tua famiglia, e tante altre cose volevo chiedergli e tante altre saperne..... ma un’importuna persona, cui non era prudente il far conoscere qual relazione io abbia con te, troncai questo discorso, lasciandomi una memoria deliziosa di quella sera, e di quel momento. Se hai sentito parlare di un maestro Persiani, e della di lui nuova composizione I Saraceni in Catania, rappresentatasi un momento fa in Padova, sappi ch’egli è recanatese, e che le sorelle si raccomandano a me per saperne le nuove.