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pensato ogni giorno, ogni momento a te come ad oggetto carissimo ed amatissimo, io non prenderei punto la penna per dirti che sei sempre la mia diletta, che ti ho amato, adorato sempre teneramente dal punto in che mi hai offerto la tua amicizia che io considero come la più cara cosa che m’abbia, e che, se tu non mi ricusi, sarò sempre tua, desiderosissima di conoscerti, di gettarmi fra le tue braccia, e convincerti che fra noi non vi può esser, per parte mia, nè dimenticanza, nè oblio.

Dunque non dirmi più, per carità, quello che mi hai detto nell’ultima, che mi parleresti della Malibran se non avessi paura di annoiarti. Marianna mia, tu non sai, e io non valgo a dirti quale impressione dolorosa mi abbiano fatto quelle parole, ed il pensiero, che me le ero forse meritate col mio silenzio aggravava il mio dolore.

Ma tu hai a promettermi di non dirmele più, no, se mi vuoi bene! Se una ragione vi può essere nel mio silenzio, se vuoi persuaderti ch’egli non è stato punto capriccioso, bisognerá pure che ti dica che, da persona cui non posso onninamente dir di no, sono stata pregata a fare delle traduzioni dal francese, il che mi teneva impiegata in quel tempo in cui solo posso scriverti in tutta la giornata, e che appena avuto il primo giorno di vacanza ti ho scritto a Bologna, credendoti là. Ora io voglio che tu mi creda quando ti dico che ogni giorno avevo un nuovo dolore, pensando che lasciavo senza risposta una tua lettera, che non potevo aver più nuove delle mie amiche, e che facevo ad esse pensar male di me. Ma ciò non succederà più, siine certa, ed ora amami, o cara, chè io non