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prega Iddio per noi, chè se egli non ci aiuta noi siamo perduti.
Abbracciami Nina, e dille che stia pur cheta, che non son io che faccia l’amore con Arturo; — e che, non si accorge che è la Menghini? Sebbene io veda benissimo queste due persone, pure non capisco bene se essa è bella o brutta, se è brava o no, e perciò dimmelo. Io non te lo posso dire, ma immaginalo tu, che sai quanto io ti ami, con quanta tenerezza ti baci e ti abbracci la tua Paolina.
XXXVIII.
ALLA STESSA
a Roma
Il di del Corpus Domini (1832)
Marianna mia,
Io già lo sapeva che andava a finir così. Le inquietudini, le amarezze, le fatiche che da tanto tempo sostieni, dovevano senza dubbio portare ad ammalarti. Credimi, o mia diletta, che la tua amica non può sopportar questo pensiero, pure Nina non mi dice nemmeno una parola che tu abbi migliorato, figurati dunque quanto dolore, e quanta smania. Non so poi come farai ora che ti indossano quest’altra fatica, e che ti deve riuscire anche più insopportabile, per tanti motivi. Io spero che ne uscirai con onore perchè sei brava, ma frattanto quanti palpiti, quanta incertezza! E poi,