Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
107 |
anch’io, ma procurerò di reprimere allora quel senso di dolore e di pena che di già sento al pensiero che ti allontani per tanto tempo. Pure farai bene a uscire da questo caos di nequizia in cui ci troviamo, e da cui non mi è dato di uscire per quanto il desideri.
Il giorno di domani è sempre peggiore del giorno di oggi; e noi veramente non ne possiamo più di questa vita di pena e d’incertezza; no, non ne possiamo più! Avrai sentito tutti gli orrori di Ancona, e la morte del Gonfaloniere, e la mutazione di Governo (se questa mutazione è vera, te lo dirò, prima di chiudere la lettera) e gl’insulti, e i trionfi dei liberali, i quali fanno bestemmiare il loro nome, e vergognare che persone onorate portino un nome istesso con essi che appena meritano quello di uomini. Tu che hai veduto le scene di Bologna, non ti prenderai meraviglia di questo, ma è certo che ora il mondo è una cosa molto infame.
E perchè nasconderò a te (come lo vorrei nascondere ad ogni altro) a te che mi hai dato il diritto di chiamarti sorella, e che ti considero sempre come tale, perchè ti nasconderò quel tormento che ci cruccia, e che ci toglie affatto la pace? Ebbene, sappi che ora noi tremiamo che ci accada un giorno di vedere rinnovata in casa nostra la scena di Bordari! La mia mano è convulsa nello scrivere tali parole, e la mia testa si perde perchè è certo che uno di quelli di cui ti parlavo più sopra ha proferito parole tali da far gelare. E vi è da sperare che simili sorta di gente si plachi, o tema di qualche cosa? O mia diletta,