ho veduto un nome cui ho voluto bene una volta, per poco tempo, finattanto che tu gli volevi bene; il nome di Mori di Siena. Si vede ch’egli è amante delle belle arti, poichè i suoi articoli riguardano queste esclusivamente. Questo nome mi ha fatto pensare per forza a te, a te cui non penso mai; e mi ha fatto ricordare che questo fu il tuo primo amore1 (o almeno, primo che mi hai confessato) dopo cominciata la tua carriera, e poi penso quanti ne abbiamo cambiati in appresso; ma non rido sai, oh non rido niente; piuttosto piangerei perchè qualcuno di questi ti ha apportato troppa pena. E bisogna che ti dica, o mia diletta, che la prima volta che mi dirai; — sono innamorata — io ne sentirò un dolore vivissimo, perchè di te non mi fido niente. Con quella tua vivace fantasia, con quel tuo cuore ardente, con quella testa simile alla mia, no, non sei capace affatto di giudicare se il tuo amante è degno di te, della tua purissima anima, non sei capace di giudicare qual sorta di dolore ti farà provare quando vedrai ch’egli non è simile a te, quando vedrai ch’egli non ti ha mai compresa. Se si potesse come con una spugna cancellare dalla mente tutto il passato, oh allora meno male: mandato al diavolo il supposto eroe noi resteremmo rannicchiate in noi stesse e tranquille nella purità della nostra coscienza — ma ciò non si può fare: è troppo rapido il passaggio della beatitudine di quello stato, quando ci
- ↑ Fra le carte appartenute alle Brighenti, esiste una lettera di codesto Mori all’avv. Pietro, in cui egli
chiedeva Marianna in isposa.