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un pezzo che non so più nulla di lui: me se so ch’egli è felice, quasi lo sono ancor io. Nina mia; non mi burlare; ma brucia questa lettera, essa non val niente. Io sono quasi pazza per il dolore quando si toccano certe corde......, ora che tutto è finito. Addio, Nina mia; amami sempre per carità. Alla mia cara Marianna di mille cose per me; dille che le sue care spiritose parole mi fecero ridere assai, ed ammirarla, sempre più e per il suo cuore e per il suo ingegno. Dille che io la bacio colla più viva effusione dell’animo mio, come faccio con te, Nina cara.


XXXVI.

A MARIANNA BRIGHENTI

a Roma

il sabato Santo (1832)

               Mia cara amica,

Non mi piacciono niente quelle tue parole di timore, di diffidenza sul riuscimento che farai nel teatro di costi: tu sei tanto brava! e poi, se ti accadesse ancora quello ch’è successo alla Ungher, alla Boccabadati, a David, come dici, non ti potrebbe mica pregiudicare nella tua riputazione, e tu seguiteresti sempre ad essere quella che è stata ammirata ed applaudita dovunque è andata, e dovunque si è fatta sentire. Fatti dunque coraggio, e non temere: io già lo vedo che tu sei protetta