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XXXIV.
AD MARIANNA BRIGHENTI
a Roma
... Marzo (1832)
Marianna mia!
Prima di tutto (solo per non scordarmene)’ mi dica un poco, signorina, s’ella ha conosciuto in Toscana il signor Gustavo Romani, e qual sorta di relazione ella ha avuto seco; ma favorisca di dirmelo, perchè è lungo tempo che ho desiderio di saper quest’affare.
Poi, o mia diletta, io ti abbraccio strettamente, e mi rallegro con te dell’esser giunta costi, spero felicemente. Che te ne pare di codesto paesetto? come ti piace, come t’incanta? Io spero che mi renderai conto delle tue sensazioni, delle impressioni che tante bellezze gigantesche producono sul tuo animo, il quale si deve commuovere alla vista di una terra classica, di una terra che ha prodotto per tanti secoli un popolo che sarà famoso in tutti i tempi. E poi il contrasto fra gli abitatori antichi ed i moderni ti farà ridere, non del riso ordinario, ma piuttosto di quello con cui era solito ridere Democrito — e poi compiangerei noi che diventiamo sempre tanti scheletri per ingrassare codesta canaglia romanesca che si crede essere la regina del mondo.