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XXIX.
AD ANNA BRIGHENTI
ad Ancona
8 Novembre (1831)
Nina mia!
Il mio uccellino mi ha detto che sei inquieta con me, ma non ne hai ragione affatto, sai? Sono stata io l’ultima a scriverti, e dopo di quella io non ho avuto più tue lettere: onde chi di noi due deve lamentarsi?
Ma per far cessare i tuoi ingiusti lamenti vengo a chiederti cosa te ne pare di questo nuovo soggiorno, se ti senti più lieta che non eri poco fa, se l’altrui malignità ti lascia respirare un poco più liberamente, ed insieme con te e tuoi la mia cara amica? Io sono in gran desiderio di sapere la continuazione delle tue avventure, (dei successi di Marianna, i quali certo devono ben compensarla della invidia e della gelosia che essi destano. Tutti voi altri sapete bene quanta ammirazione cagioni il contegno vostro, e della mia amica in particolare, si raro a trovarsi tra gente della sua professione; tutti voi altri lo sapete, pure non posso fare a meno di dirvi che quasi ho sentito io medesima fare un elogio grande della eccellente educazione, della condotta irreprensibile e savissima, di tante doti di spirito e