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rarsi in tali cose, perchè io non ne abbia subito riconosciuto l’autore. Se mi vuoi bene, non ti stancare di mandarmi sempre tutto quello che ti riguarda, sicura che tutto viene riguardato con molta devozione ed amore.

Ti pregai una volta a dirmi se è vero che il prof. Tommasini è morto in conseguenza dei dispiaceri sofferti a Parma dopo il ritorno dell’antico ordine, io ti chiedevo ciò a Fermo in quella medesima lettera in cui per compiacerti ti mandavo il ritratto di una tua amica, se esso si è perduto (come credo, perchè ti dicevo tante cose, e non me ne hai mai parlato) tutto è finito; il ritratto si è perduto e non si può più trovare.

Se andavi a Roma io ci avrei avuto molto gusto, e Giacomo ancora. Forse lo vedrai quando tornerai da Pisa. Un’altra volta ti dirò il motivo della sua partenza da Firenze, quando io ci vedrò un poco più chiaro; se tuo padre sa qualche cosa, dimmelo per carità.

Abbracciami Nina, cui scriverò prestissimo e salutami amorosamente i tuoi Genitori. Dimmi se mi vuoi bene, se me lo vorrai sempre, e se credi alla tenerezza indefinibile con cui la tua Paolina ti dice addio.


Sento che scriva, anzi abbia scritto Antici da Ancona di una piccola sommossa accaduta colà una sera dopo il teatro, in cui alcuni giovani si posero a gridare viva la libertà, che terminò subito per opera della truppa con l’arresto di alcuni. Io credo che sia una stessa cosa che l’affare di Gentili che tu mi racconti, non e vero?