Pagina:Paolina Leopardi Lettere.djvu/100

76


avuto cuore di abbandonarlo un giorno o due per venire a trovarti, cosa che pure gli sarebbe piaciuta assai, e gliene era venuta la volontà, ma ha resistito a tutte le mie premure, ed anche alle tue parole, chè io gli ho detto quanto tu lo desideravi. Ma, oltre l’impedimento del confessionario un altro, e non lieve per lui, lo ha trattenuto; il dispiacere di spendere — e se io ho creduto per un momento che fosse efficace la sua volontà, T’ho creduto, facendomi il gran desiderio che fosse vero fare astrazione da tutto quello ch’io sapevo di lui. Intanto io ti ringrazio del tuo buon cuore, e di quello della tua famiglia che già si preparava a riceverlo come inviato di una sua tenera amica.

Povera Marianna mia, quanto hai sofferto! mi ha fatto fremere di rabbia il tuo racconto, ed io piangevo per te nel leggere la tua lettera, nel vedere quanto mai devi aver sopportato di amarezze, di dolori, se volevi sciogliere la tua scrittura, e quanto ti resta a sopportare ancora, poi che devi passare un mese in compagnia del tuo persecutore! Ma quanto sono cattivi questi uomini e come mai possono essi rivolgersi contro chi non fa loro alcun male, e che anzi con la sua ottima ed innocente condotta dovrebbe conciliarsi l’amore di tutti? Ah! sarà sempre per me una cosa difficile da comprendere come mai la virtù in questo mondo venga si crudelmente odiata, quando in sostanza non si stimano che i soli virtuosi, e non si ha ammirazione che per essi! Questo mistero non sarà compreso in questa vita, e non vi ha per noi rifugio che nell’altra; ma intanto, in questo mondo si passa una ben