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stufa, il quinto in cantina, il sesto sotto un tinozzo, il settimo sotto una botte, l’ottavo tra le sue vecchie pellicce, il nono ed il decimo sotto il panno col quale faceva loro gli abiti, l’undeciino ed il dodicesimo sotto il cuoio che serviva per le scarpe.

Tutto era appunto in ordine, quando si picchiò alla porta. Adamo guardò attraverso una piccola fessura e vide che era il Signore, rispettosamente aprì ed il Padre celeste entrò.

I bei ragazzi stavano in giro disposti, fecero riverenza, gli presentarono le mani, ed inginocchiaronsi. Il Signore li benedisse, indi imponendo loro le mani, disse al primo: Tu diverrai re potente; al secondo tu sarai principe; al terzo tu conte; al quarto, tu cavaliere; al quinto, tu nobiluomo; al sesto, tu cittadino; al settimo, tu negoziante; e tu un uomo dotto all’ottavo. In tal modo area dato a tutti la sua ricca benedizione. Vedendo Eva che il Signore era così affabile e benigno, pensò: sarebbe bene andassi a prendere i ragazzi che ho nascosto, forse darà anche a quelli la sua benedizione. Corse e li tirò fuori dal fieno, dalla paglia, dalla stufa e dagli altri luoghi ove aveali nascosti.

Ed ecco apparir la grossolana, sporca, tignosa e fuliginosa schiera. Ne rise il Signore, li guardò tutti e disse: anche questi voglio benedire. Impose al primo le mani dicendo: Tu farai il contadino; al secondo, tu sarai pescatore; al terzo, tu fabbro ferraio; al quarto