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era conosciuto, nelle piccole città lo vedeva da lungi in cima de campanili rivolgersi da tutte le parti a seconda del vento1: molti ne udiva cantare ne’ villaggi e non eravi alcuno che mostrasse curiosità della sua bestia, sicchè parea non dovesse procacciargli fortuna. Finalmente riescì a por piede in un’isola, ove gli abitatori ancor non avevano veduto il gallo, nè conoscevano il modo di scompartire il tempo. Sapeano bensì quando è mattina o sera; ma di notte que’ ch’eran desti, saper non potevano qual’ora si fosse. — Vedete, diss’egli, questo superbo e straordinario animale; ha sulla testa una corona di rubini, porta sproni a piedi come i cavalieri, durante la notte vi chiama tre volte ad ora fissa e l’ultima, annunzia lo spuntar del sole. Se di giorno canta, significa che il tempo sta per cambiare. — Piacque assaissimo l’animale a’ que’ buoni isolani, i quali vegliarono tutta la vegnente notte e pieni di gioia udirono il gallo annunziare ad alta voce e chiaramente le due, le quattro e le sei ore del mattino.

Chiesero allora al forestiere se volesse venderlo e qual prezzo ne dimandava. — Tutto

  1. In Germania era usanza mettere in cima ai campanili per segnare la direzione de’ venti una piastra di ferro a forma di gallo che dicesi anche Wetterhahn.

    (Nota del Trad.)