Pagina:Paoletti - Favole scelte dalla raccolta dei fratelli Grimm, Milano, 1875.djvu/66


57

guarigione; entrato nella stanza vide la Morte a’ piedi dell’ammalato, quindi più non vi era erba risanatrice. — Oh! se far potessi una gherminella alla Morte, pensava il Dottore, di certo la prenderà in mala parte! — alla fine della fine son suo figlioccio, chiuderà un occhio: vo’risicare. Prese l’ammalato, lo voltò in modo che la morte gli stava dal capo, gli diede dappoi un po’ d’erba ed il re subito si riebbe e risanò. La morte corse dal Dottore e con una certa cera oscura e brutta, tenendo un dito in aria in segno di minaccia: tu mi hai ingannato, gli disse, questa volta ti perdono perchè se’ mio figlioccio; bada, se osi un’altra volta, ti prendo pel bavaro e ti porto meco.

Di lì a qualche tempo la figlia del re cadde gravemente ammalata; era la sola che avesse, giorno e notte piangeva di maniera che divenne cieco; fece sapere l’avrebbe conceduta in isposa a chi la guarisse e sarebbe per di più stato l’erede del trono. Quando il Dottore si portò al letto dell’ammalata, vide la Morte vicino a’ piedi. Avrebbe dovuto ricordarsi dell’ammonizione di sua madrina; ma la grande bellezza di quella ragazza e la fortuna di divenirne sposo sì lo ammaliarono che fu fuori di sè. Più non vedea la Morte, la quale torbidamente lo guatava e minacciavalo coll’ossuto pugno levato in alto: sollevò l’ammalata, le pose il capo dove teneva i piedi, le diede l’erba e subito le si ritinsero di roseo color le guancie e riebbe la vita.