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coltello che mi fece un taglio ad una gamba e nell’altra corte un mostro nero come la cappa del camino mi s’avvento contro dandomi un forte colpo con una mazza e dall’alto, sul tetto il giudice gridava: conducetemi davanti il birbante. Io sono fuggito.

Da quindi innanzi i Masnadieri più non si fidarono di por piede nella casa ed i quattro musici di Brema vi stavano così bene che più non vollero andar via.

Chi raccontò questa favola vive ancora.


LA VOLPE ED IL GATTO.


Avenne un giorno che il Gatto s’imbattè nella Volpe e siccome credeva la fosse prudente ed intelligente e molto nel mondo stimata, così le parlò col massimo rispetto ed amicizia. — Buon giorno, cara comare Volpe, come va, come sta, come se la passa in questi tempi di carestia?

La Volpe piena di superbia lo guardò d’alto in basso senza dargli risposta. Finalmente disse: — Povero leccabarbigi, scimunito, affamato cacciator di topi, che ti frulla pel cervello? E osi chiedermi come va? Che hai imparato, quali arti conosci tu?

— Ne conosco una sola, umilmente rispose il Gatto.

— Sentiamo; quale?