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Brema: colà pensava, potro divenir musico della città. Fatto un breve tratto di strada, s’imbattè in un Bracco che stava sdraiato per terra e boccheggiava come un animale stanco dal lungo correre. — Ehi! perchè boccheggi così, amico, disse l’Asino. Ah! rispose il Cane, siccome sono vecchio, tutti i giorni divengo più debole e più non posso andare a caccia, il mio padrone voleva uccidermi, io sono fuggito; ma ora come farò a guadagnarmi da vivere! — Ebbene, disse l’Asino, io vado a Brema per esser musico della città, vieni meco e fatti ammettere nella musica. Io suono il liuto, tu suonerai il timballo. — Il Cane accettò allegramente la proposta ed andarono innanzi insieme. Poco dopo incontrarono un Gatto che tutto melanconico e col muso lungo come la fame stava coccolone sulla via. — Qual disgrazia ti è capitata? vecchio leccabarbigi, disse l’Asino. — Come si può essere allegro, quando ci va di mezzo la vita? rispose il Gatto; perchè divengo vecchio, non ho più denti ed amo meglio star dietro la stufa e far le fusa che correr dietro ai topi, la padrona mi volea annegare; fortunatamente potei fuggire, ma qui sta il difficile, dove andare?

— Vieni a Brema con noi, tu conosci bene la musica notturna, potrai esser musico della città; — ed il Gatto andò.

I tre fuggitivi poco dopo giunsero dinanzi ad una corte e videro il Gallo che gridava