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ed era la delizia della nonna sua. Questa una volta le regalò una cuffietta di velluto rosso, e siccome le stava assai bene e volea sempre portarla, posto le fu il nomignolo di Cuffietta rossa. Un giorno disse la mamma: Vieni Cuffietta rossa, porta un pezzo di focaccia ed una bottiglia di vino alla noNna che è ammalata e debole affinchè si ristori. Va subito prima che il caldo si faccia grande, sii modesta e composta, non correre fuori di strada, altrimenti potresti cadere, rompere la bottiglia e la nonna si rimarrebbe a bocca asciutta. Quando entri nella sua camera non dimentiticarti di augurarle il buon giorno e non guardar subito negli angoli, come far sogliono i ragazzi sbadati, sai?

Strada facendo s’imbattè nel Lupo, il quale l’ammiccò, le fece mille cerimonie e volea condurla a zonzo pei campi. Cuffietta rossa stette guardinga ed andossene diritta per la sua strada. Giunta dalla nonna le raccontò l’incontro del Lupo che aveale augurato il buon giorno, ma l’avea pur guardata con certi occhi torvi, che se non fosse stata sulla pubblica via, l’avrebbe divorata. — Vieni, disse la nonna, chiudiamo la porta a chiave affinchè non possa venir dentro. Poco dopo il Lupo picchiò dicendo: apri, nonna, sono Cuffietta rossa che ti porta da mangiare: esse non risposero e non apersero. Il maligno gironzò un poco intorno alla casa, indi saltò sul tetto ad aspettare Cuffietta rossa che uscisse in