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il Suonatore, ora salta venti volte intorno all’albero. — il Leprotto ubbidì e corse le venti volte, di modo che tutto vi attortigliò lo spago e vi rimase così ben legato che per quanto tirasse e strappasse, lo spago sempre più stringevagli il debole collo. — Aspetta sinchè torno, disse il Suonatore, ed andò oltre.

Frattanto il Lupo si era dimenato, avea rosicchiato intorno alla pietra, sinchè gli venne fatto di poter cavar fuori le zampe dalla spaccatura. Pieno di rabbia e di furore corse in traccia del Suonatore per isbranarlo. Allorchè la Volpe lo vide correre, cominciò a dolersi ed a gridare con tutte le sue forze: — Fratel Lupo, vieni ad aiutarmi, il Suonatore mi ha ingannato. — Il Lupo abbassò le cime degli arboscelli, spezzò i nodi e liberò la Volpe, la quale andò con esso per vendicarsi. Strada facendo trovarono il Leprotto che era legato, lo liberarono e tutti insieme cercarono del loro nemico.

Il Suonatore mentre continuava la strada, avea di nuovo suonato il suo violino e questa volta con migliore fortuna. Il suono giunse alle orecchie di un povero Spaccalegna, il quale ne fu così commosso che subito tralasciò di lavorare e colla scure sotto al braccio andò ad udir la musica. — Finalmente viene il vero compagno! disse il Suonatore, io cercava un uomo e non gli animali selvatici. Cominciò a suonare così bene e con tanta dolcezza che quel pover’uomo rimase là quasi ammaliato. Il cuore per la gioia gli facea ca-