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Poco dopo fe’ritorno a casa la vecchia capra. Ah! qual orrore! L’uscio era spalancato; tavola, sedili, banchi sossopra, la conca in pezzi, coperte ed origlieri per terra. Cercò i suoi piccini, ma non li potè in luogo alcuno trovare. Chiamolli un dopo l’altro per nome, nessuno rispose; finalmente, allorchè si avvicinò al più giovane, questi con voce tutta tremante disse: — Cara madre, sono nascosto nella cassa dell’orologio.

Tiratolo fuori, le raccontò come fosse venuto il Lupo ed avesse mangiati tutti gli altri Capretti. — Voi vi potete immaginare quanto la Capra abbia pianto i suoi poveri piccini.


IL SUONATORE FANTASTICO.


Buon tempo è passato, vi era un Suonatore fantastico, il quale solo soletto camminava in mezzo ad un bosco in balia de’suoi pensieri; dopo che gli ebbe tutti passati in rassegna, non trovando più nulla di nuovo, disse fra sè: qui il tempo non passa mai e m’annoio mortalmente; voglio andar in cerca di un buon compagno. Tolto il violino che avea dietro le spalle si mise a suonare in modo che tutto intorno intorno echeggiava. Poco dopo vide avanzarsi un Lupo da una folta macchia. — Ah! viene un Lupo, non so che farne disse il suonatore; ma il Lupo si avanzava sempre più e quando gli fu vicino disse: — Ehi,