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della raccolta il Diavolo apparve per prendere i suoi frutti; non trovò che gialle ed appassite foglie, ed il Paesanotto tutto contento scavò di sotterra le sue rape.

— Stavolta l’utile è tuo, disse il Diavolo, così più non dev’essere per il venturo anno. Tu prenderai quel che cresce sulla terra ed io quel che vi sarà sotto.

Volontieri, rispose il Paesanotto: venuto il tempo della seminagione, in iscambio di rape seminò frumento. Allorchè le spighe erano ricolme e giù si inclinavano, andò il Paesanotto nel campo e tutte le segò rasente il terreno. Dappoi venne il Diavolo e non trovatevi che stoppie, pieno di rabbia se ne fuggì in una caverna.

Ecco come si pigliano le volpi, disse il Paesanotto e così dicendo si portò via il tesoro.


GIANNOTTO IL POLTRONE.


Giannotto era poltrone e sebbene non avesse altro a fare, che condurre una capra a pascolar pe’ campi, pure sospirava e fortemente doleasi quando ritornava a casa in sulla sera. Gli è un carico pesante davvero, diceva ed una faccenda spinosa, di menar anno per anno una capra al pascolo in sino al finir dell’autunno. Oh! se potessi sdraiarmi un po’ a terra