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LA MONETA NASCOSTA.


Buon tempo è passato stava un Babbo a tavola, pranzando colla moglie, i figli ed un caro amico venuto a fargli visita. Suonava in quel punto mezzodì; il forestiere vide aprir la porta ed entrar un ragazzino, pallido come la morte, vestito con abiti bianchi come la neve, il quale senza guardar attorno e proferir parola, lesto lesto andò nella stanza vicina. Di lì a poco venne fuori e senza far motto, uscì per dove era entrato. Ripetė lo stesso il secondo ed il terzo giorno. Finalmente l’amico interrogò il Babbo, di chi fosse il bel ragazzino che tutti i giorni all’ora del mezzodì entrava nella stanza. — Io ancor non l’ho veduto e non so di chi sia, rispose. Il giorno dopo non sì tosto l’amico vide entrare il bimbo, lo additó al Babbo; ma nè questi, nè la Mamma, nè i figli lo viddero. Il forestiere allora si alzò da tavola, andò all’uscio della stanza l’aperse un pocolino e guardò entro. Vide il bimbo che accocolato sulle gambe; fortemente graffiava colle dita nelle fessure dell’intavolato; ma appena s’accorse del forestiere disparve. Questi raccontò ogni cosa che veduto avea e così minutamente descrisse le fattezze del bimbo, che subito la Mamma il riconobbe e disse: ah! è il mio caro figliuolino morto