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vii. - Che cosa voleva Mimì | 61 |
Gli occhi di Mimì — mentre io leggevo, si velàrono sul sèrio di un sottil strato di làgrime. — Ma sapete che sono molto buona, io? — esclamò. — La mia pòvera mamma, la mia vecchierella la ho mantenuta sempre io! Ho guadagnato anche abbastanza: ma da parte, vi giuro, che non ho un soldo. «Mimì qua, Mimì là», e poi sapeste quante misèrie segrete....
Veniva da piàngere anche a me: ma per altra ragione. Pòvera Mimì! Lei credeva ancora nella missione evangèlica delle mani.
Mimì aveva conservato anche la sua verginità intellettuale. Ella ignorava anche che oggi sono di moda le lodi alla belluinità.
— Bellìssima poesia — dissi — , ma forse oggi sarebbe di più effetto la stòria delle mani feroci, perverse. Quando, per esèmpio, mi facevate ballare come un burattino.... — E dicendo queste parole, rimasi anch’io sorpreso dall’insistenza con cui ritornavo su l’antico argomento.
— Ma sapete — disse Mimì quasi con doloroso stupore — che voi dovete èssere ben ammalato?