Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
vii. - Che cosa voleva Mimì | 59 |
lete fare quello che i francesi chiamano una omelette soufflée, l’affare si presenta bene altrimenti complicato....
— Dio, come siete diventato volgare! — esclamò Mimì. — Ma in quale orrìbile ambiente siete vissuto?
Ella coprì delle sue belle manine i suoi manoscritti, con il pàvido affetto con cui una mamma sottrae il suo piccino da un contatto profano.
— Bene, bene! Per voi farò un’eccezione: leggerò solo col sentimento.
Èrano strofette e rime di altri tempi; e ne vaporava un profumo di stantio come da un salotto di trent’anni fa. Mimì non sapeva fare le uova col burro alla maniera nostrana, e ignorava la omelette soufflée alla francese.
Il momento era delicato: con tutte le mie buone intenzioni, la mia voce cadeva.
Mimì mi indicava le più belle poesie, ma io non riuscivo a dar vibrazioni alla voce. Allora dissi: — Mimì, mi congràtulo: avete conservata la vostra verginità morale.
— Leggete questa: Le belle mani.
— Sono le vostre, Mimì?
— Sì.