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vii. - Che cosa voleva Mimì 57

Voi donne siete invece oapellute sì bene, ma senza barba e con quei visetti graziosi....

— Ma la poetessa G***, la poetessa Y***, la poetessa N*** sono celebri, eppure non hanno barba, non hanno volti spaventèvoli: cantano nei loro versi le bellezze del creato, i fiori, le stelle, la luna, Iddio, il cielo, il mare....

— Questo che voi dite, è vero, Mimì; ma vi prego di osservare come tutte le volte che una poetessa canta i fiori, le stelle, la luna, ecc., ecc., sotto i fiori, le stelle, ecc., se ci si guarda bene, si vede un uomo, cioè l’amore per un uomo o per più uòmini. Ciò senza dùbbio è cosa interessante, ma un po’ monòtona. Molto più interessante, invece, è quando la donna si denuda sinceramente, apre quasi le sue carni e pare che dica: «Guarda, o uomo, come amore òpera dentro le nostre vìscere». Questa è la vostra maggiore originalità; o almeno qui l’uomo non vi può fare concorrenza.

— Mi denudo anch’io — disse Mimì.

— Bene, allora sentiamo.... (benché quest’operazione — pensai — sarebbe riuscita più interessante venti anni fa).

Cominciai a lèggere.