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40 | viàggio d’un pòvero letterato |
E se è lei, che cosa vorrà da me? Pensare che per molti anni il ricordo di Mimì mi diede palpitazioni violente. Ora tutto era quieto.
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Non c’è dùbbio, pensavo al mattino seguente vestèndomi, che l’indivìduo che è riflesso in questo spècchio, è la continuazione di me stesso, cioè di un ùnico indivìduo, vivente ora e vissuto anche molti anni addietro. Eppure io sono un pìccolo cimitero.... in attività di servìzio. La pìccola Mimì giaceva in una delle arche del mio cuore: io la credevo ben morta. Essa è risuscitata, perchè è un fatto che la donna la quale ieri sera mi salutò così dolcemente per nome, è proprio Mimì.
Pensare tanti anni fa, quando io avevo vent’anni! Io ero òrfano di babbo, e vivevo così poveramente che spesso era necessàrio saltare la colazione; la mia pòvera mamma, i miei fratelli piccini.... Ebbene, io volevo sposarla, Mimì, sposarla col sìndaco, col prete, col còdice, con tutti i più lùgubri utensili del matrimònio.