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iv. - Quattordicimila morti! 27

di colore come vivo smeraldo, con zone e fàscie lucenti di verde assai più scuro ai confini del cielo: sono i grandi boschi. Ecco appare qualche chalet elegante, qualche stazione climàtica lungo la via, a ridosso dei neri boschi. Qua e là, nello smeraldo intenso dei prati, ecco un rosseggiare di tetti e di ville, e case sparse per quel gran verde. Costruzioni bizzarre! Ecco Roana, Rotzo, Asiago. Tutto bello, tutto ben pettinato; ma v’è un barbàglio di ària troppo lùcida; troppo vibrante; e poi qualcosa di esòtico. Ciò mi irrita. Ho anche la sensazione di quel mare vicino delle genti germàniche; ed anche ciò mi irrita. Asiago è l’ùltima stazione. Tutti scèndono. È quasi mezzodì. Il sole scagliava un biancicore abbagliante per le vie, su le pareti intonacate, imbellettate di fresco. Anche ad Asiago attèndono i villeggianti. Gran via vai di alpini giganteschi e di artiglieri enormi, polverosi: sono quassù per gli esercizi di tiro. Ebbene; con tutta la mia avversione per la guerra, adesso i colori delle assise e delle armi italiane a questo confine mi dànno un brìvido di piacere.

Sentivo il bisogno di rifugiarmi in