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238 | viàggio d’un pòvero letterato |
— Ah, ecco — disse il dottore che aveva trovato — ; e mi venne da presso, e mostràndomi un ritrattino che aveva mezzo occultato nella mano, domandò:
— Questo chi è?
— Giovanni Pàscoli — risposi naturalmente.
Quello infatti che il dottore mi mostrava era un ritratto di Giovanni Pàscoli.
Il dottore sorrise; scoprì per intero il ritrattino e disse: — No, è il padre, Ruggero Pàscoli che aveva, quando fu ucciso, press’a poco la stessa età del poeta quando l’anno scorso morì. La somiglianza è così grande che tutti rispòndono come lei, e questa somiglianza non è senza significazione. Ma c’è di più: guardi.
Il ritrattino sbiadito rappresentava il signor Ruggero Pàscoli, sorridente, felice, in mezzo alla nidiata dei suoi figliuoli, attorno a lui, su le ginòcchia di lui.
— Ma vede! — disse il dottore — . La mano del padre è posata per protezione e per più intenso affetto su la testa di Giovannino. Ciò lei può dire che è casuale; ma ecco un altro ritratto — e ne mostrò un altro, una spècie di dagherro-