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234 | viàggio d’un pòvero letterato |
ha l’ària di farmi una elemòsina; invece è un franco di più che mi viene». Questa gente è nata veramente contàbile! Lui si avviò verso l’osteria; io, preceduto da Iris e da Eros, andai alla casa del poeta.
— Eccola là — disse Iris.
La casa natia di Giovanni Pàscoli è una casetta all’estremità del borgo, verso la campagna: è ad un solo piano; gentile, bianca, con le persiane verdi, i coppi spioventi: ma il giardino è grande all’interno.
Iris ed Eros quando èbbero detto: — La casa del poeta! — naturalmente si fermàrono.
I proprietari della casa non dìssero nè «entrate», nè «cosa volete?».
La casetta era ancora, come una volta, circondata di fiori: erba cedrina, gerani, rose e poi un grande alloro cupo e scuro.
Lì, fra quei due bimbi, un po’ incantati per la soggezione; e la gente della casa che andava, veniva, badava alle sue faccende sogguardàndomi ogni tanto come si guarda un importuno, e quel cupo àlbero d’alloro.... mi colse una gran depressione di spìriti.
Pensavo alla Glòria dei poeti.