Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
232 | viàggio d’un pòvero letterato |
— Dove, mamma?
— Giù in fondo alla contrada, dove è la casa dove è nato il Pàscoli....
— La casa del poeta? — esclamàrono sùbito Iris ed Eros.
— Ma sì, la casa del poeta — disse la signora. Pregai che non si disturbàssero: ma ella mi fece osservare che era mèglio vi fossi andato accompagnato; così i proprietari non avrèbbero detto nulla.
— Tu, Iris, sai fare a dare qualche spiegazione....
Anche Eros disse che sapeva fare.
— Be’, le darete un po’ per uno.
Dunque andammo. E Iris ed Eros saltellàvano davanti a me.
I calzolai del borgo, col deschetto fuori, battèvano il cuoio su la pietra: un fornàio sfornava il pane, il pane a crocette caro al pòvero Pàscoli: più lontano, in mezzo alla via, uòmini e donne circondàvano una di quelle zingaresche pesciaiuole di Bellària; la quale si stava appollaiata, alta, su le coffe del pesce, in vetta al suo baroccino sgangherato. Giovanìssima ella era; ma garriva che facèssero presto, garriva con violenza, perchè il pesce si corrompe col sole. «E