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Capìtolo xxi.
L’ALLORO ED IL CIPRESSO.
Eravamo giunti alla Torre.
Questa denominazione si dà a una grande tenuta che era ed è ancora possesso della casa principesca romana dei Torlònia.
Un gran cancello signorile, un viale in rettilìneo, sparso di bianco lapillo: il viale tàglia un gran parco folto; in fondo si vede un palazzo massìccio, che ha sapore di Settecento, di chiesa, di nobiltà di chiesa; è un po’ tetro; è tutto chiuso. Sopra il palazzo si eleva una spècie di torretta quadrata, da cui la tenuta tòglie il nome;1 e si scorge da ogni parte. Stemmo un po’ lì e poi dissi di girare attorno.
Si girò attorno: dietro il palazzone vi sono le fattorie, uno chalet, tutto coperto di rose, una villa ridente, velata, per così dire, da un filare, sorgente su di un àrgine
- ↑ Il luogo, veramente, fin dai tempi dei Malatesta era detto Torre di Giovedia.