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204 | viàggio d’un pòvero letterato |
pressione, e anzi in qualche caso ha fatto piacere, perchè gli uni valèvano gli altri. Tuttavia desiderando di vìvere in pace, mi sono affaticato a fare qualche dimostrazione abbastanza dettagliata per provare a questi pòveri che anch’io sono pòvero e anche sfruttato, e che fra essi vi sono non pochi più ricchi di me, e anche sfruttatori. Io non ho mai speso più inutilmente le mie parole!
«Che lei sia ricco o pòvero, è una cosa che ci importa poco. Noi sappiamo che lei non è dei nostri; lei specialmente!»
Non che essi àbbiano detto così con le parole, ma vi sono certi pensieri che si lèggono così bene negli occhi!
Precisamente, mi hanno fatto capire quello che mi hanno fatto capire «i signori», cioè che io non sono nemmeno dei loro.
Confesso che questa cosa mi ha fatto dispiacere perchè ho sentito una gran solitùdine intorno a me.
Ed è così che è svanita anche la vòglia di star da morto a Bellària. E anche da vivo!
Pìccola casetta di Bellària, non lagrimare! Io ti devo dire una verità amara: Io non ti amo più!