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Capìtolo II.
LUCI NELLA NOTTE.
Io devo aver dormito, forse, su quel rosso e servizièvole cuscino di prima classe. Però ad una certa ora mi sono interamente svegliato: vedevo un bagliore vermìglio, quasi un’enorme pupilla, inseguire la strìscia nera del treno, che fuggiva, scrosciava nella placidità delle cose ancora dormienti, e come evanescenti.
La stella di Marte?
Ma era un più grande, e più vivo bagliore. Ed esso veniva dalla terra, non dal cielo.
Ad un tratto quella luce scattò, e fu un altro bagliore verde: e sùbito dopo una gran bianchezza si diffuse per la diafaneità della prima ora del giorno, come quando la stella Diana appare al mattino. E le tre luci scattàvano alterne,