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xvii. - Pìccoli penati 175


Il signore guardò con ammirazione quella signorina che sapeva tante cose in così giòvane età. Ma parve preferire i ragionamenti su la sapienza della zia.

— Stùdiano troppo, adesso — disse il signore guardando con òcchio incerto la signorina come si guarda uno sconosciuto esercìzio su gli attrezzi. Forse la sua mente instituiva un rapporto tra la magrezza della signorina, e la floridezza della zia.

— Troppo, troppo, troppo! — confermò la zia. — E poi vede? Se queste ragazze devono fare un paio di calze, o un rammendo, non le sanno più fare.

— Ma si còmprano già fatte di chiffon! — disse la signorina con una vocina rabbiosetta.

La zia non fu di questa opinione perchè le calze fatte a màcchina pèrdono i calcagni in un momento: lei aveva, si può dire, tutto ancora il suo corredo da sposa.

— Si bùttano via e se ne còmprano delle altre — ribattè la signorina.

Questo sistema di buttar via e di comperare non doveva essere conforme alle opinioni dell’economia domèstica della