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bra che stìano per cadere da un momento all’altro per malattia di decrepitezza: ma quella cappa elegante di camino le tiene su. È lùglio, e c’è un ribrezzo di umidore in questo campiello; ma un tronco di glìcine, che beve la sua vita chi sa da quali morte putrèdini, sale su pel vècchio muro, lambe alcune transenne bizantine, sale su e cerca il sole: ha trovato il sole lassù su quell’altana, s’è arrampicato attorno alle quattro colonnette bianche dell’altana e vi forma un diàfano padiglione di verde e di gràppoli color lilla. C’è una signorina lassù sull’altana con tutti i capelli biondi, sciolti al sole. Sta assorta, con le mani a leggio: ella legge. Quale libro? Daniele Cortis? Il Fuoco? Già un tempo fu Madonna Isotta e Messer Tristano! E il sole vi scherza sempre.



Ecco il trippàio pulitìssimo. Pochi uòmini io ho in mente così coscienziosi e gravi nel suo uffìcio, come il trippàio. E perciò dinanzi alla sua bassa minùscola bottega mi sono soffermato a lungo in ammirazione. Egli si stava in piedi,