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xiii. - La pupa, il prete e la guerra 135


— Sì, quel prete.

In quel punto, dal cortile usciva un biroccino, tirato da un cavallino asciutto, brioso, che nitriva allegramente. Il prete, che occupava col suo gran corpo il pìccolo sedile, non aveva affatto l’aspetto di uomo nato per la rinùncia. Era un forte, vigoroso uomo.

Appena fu su la via, mosse le rèdini e il cavallo scappò. E il lavoratore si sberrettò.

Disse poi il lavoratore:

— Questa casa è sua, quel prato è suo, quel campo è suo.... Anche quei campi là son suoi.

— Allora è tutto suo.

— Ah sì, se camperà molti anni, tutto il paese sarà suo.

Il lavoratore cominciò a querelarsi perchè il prete godeva, in terra, il paradiso. — Chi sa poi se ci sarà anche quell’altro paradiso? Lui, il prete, dice: «Badate a quello che diciamo e non a quello che facciamo....».

— E non vi pare giusta?

— E a lei pare giusta? — domandò a sua volta il lavoratore.

— Non mi pare giusto — risposi —, ma non si può nemmeno pretèndere che