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di Pisa non ci son più. Britànnia impera sull’onde.

Giòrgio Byron, pàllido orgoglioso poeta britanno! Peregrinava per le città già imperiali d’Itàlia: Venèzia, Ravenna, Pisa, che allora erano le città del silènzio. Vìvono i santi e i màrtiri sui mosàici d’oro a Ravenna e vìvono i pini in Ravenna; scintilla cilestrina l’acqua dell’Arno. Ma l’Itàlia è nelle sue grandi arche marmòree. Quante arche all’aperto, fra gli sterpi, in Ravenna! Napoleone è morto a Sant’Èlena, il tricolore è stato sepolto anche lui. Sull’Itàlia ora è stesa una dura, bianca assisa austrìaca: il papa benedice la morte d’Itàlia. E allora discèsero in questa pàtria i giòvani poeti oltramontani, figli delle lor pàtrie potenti. Venìvano ad inspirarsi visitando le belle regine morte: Roma, Venèzia, Ravenna. Quale voluttà! Avèvano seco le belle loro arpe romàntiche, e questo cimitero d’Itàlia era quello che ci voleva per riportare in pàtria gloriose canzoni.

Quali tocchi alle loro arpe romàntiche! E bello, con inanellata la chioma, azzurre le pupille, venne Lord Byron e chiamò l’Itàlia: «Nìobe delle Nazioni». A Venèzia le belle donne, dai nomi do-