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xii. - Battistero, chiesa, cimitero! 119


Una luce violenta mi abbagliò. Ero arrivato presso i Lungarni. Bars, buvettes cinematògrafi con le sòlite proiezioni deformi o grottesche, caffè all’aperto, gran folla, gran luce elèttrica. Mi accostai al parapetto del fiume e vi rimasi finchè l’ùltima luce rossa del tramonto, sospesa su le acque, disparve.

Al mattino mi levai presto, e andavo lungo le rive dell’Arno. Il mattino rugiadoso tremava di un pàlpito di giovinezza. La riva dell’Arno era deserta in quell’ora, e mi si animò per una fantasia d’altri tempi. Una cavalcata orgogliosa risale le sponde dell’Arno: Lord Byron, la Guìccioli, la leggiadra contessa, poi altri gentiluòmini, poi il corteo dei servi in gran contegno. Dall’alto dei lùcidi palafreni quegli stranieri guàrdano l’ùmile gente, guàrdano le onde cilestrine del fiume, mèmore delle glòrie di Pisa. Ma ora, Rule Britania. Le galee